Delio Martin

La fotografia entrò nella mia famiglia quando nel 1934 papà acquistò una fotocamera 6×9 per riprendere i momenti di gioia in montagna e in famiglia. Papà ci mancò nel 1948 e la fotocamera passò in mano a mamma, giovane vedova, che ne fece lo stesso uso. Ci rimangono 200 negativi ora acquisiti e restaurati che sono un tesoro di emozioni per me e i miei successori.

Poi da ragazzo ci provai senza risultato ma cominciai seriamente nei primi anni 70 con una reflex d’occasione quando a Ivrea frequentavo il laboratorio sviluppo e stampa dei Servizi Culturali di Olivetti con i consigli del professionista aziendale.

Tornato a vivere a Pinerolo passai alla diapositiva e la vecchia reflex servì per afferrare ogni genere di bellezza che trovavo sulle montagne, nelle persone….anche con interessi più precisi come i lavori rurali in estinzione, architettura vernacolare, artigianato artistico….Il fotografo di riferimento era Gianfranco Bini con i suoi fotolibri sui villaggi valdostani ( Lassù gli ultimi )

Ora, nell’era della mirrorless, continuo a cercare emozioni nella bellezza e poesia della montagna, nei giochi buffi dei nipotini, nei sentimenti disegnati sui volti, la grazia dei fiori…. Rimango un dilettante d’istinto e ingenuità che si appaga di quella sensazione che dalle lenti entra in testa e corre nella schiena quando si cerca l’inquadratura “pulita” o lo scatto al volo e poi si diverte con la simpatia degli amici nel Club.